Francesca Pasquali
Art Basel Hong Kong
I grattacieli della città nell’opera in rosso HK Skyscrapers
Tornabuoni Art
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Dopo Art Basel Hong Kong,
dove Tornabuoni Art ha presentato l’opera di Francesca Pasquali HK Skyscrapers,
nuovi lavori saranno presentati alla kermesse milanese di arte contemporanea.
Miart 2016
Tornabuoni Art booth B33 C38, Pad. 3, Gate 5
Fieramilanocity – Viale Scaramp – Milano
8-10 aprile
inaugurazione 7 aprile
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Salvatore Ferragamo con Francesca Pasquali
crea le vetrine d’artista
Per quattro settimane le vetrine della boutique milanese di Salvatore Ferragamo, in via Montenapoleone, cambiano veste e si affidano alla creatività di Francesca Pasquali, autrice di un’installazione site-specific di forte impatto. L’iniziativa verrà poi replicata a Parigi e a Londra.
Cos’hanno in comune Francesca Pasquali, giovane artista bolognese con una passione per i materiali inusuali e di recupero, e un brand come Salvatore Ferragamo? Molto, a partire dall’unione fra arte e alta artigianalità, che ha reso grande questo marchio fin dagli inizi, quando il suo fondatore riusciva a dare vita a capolavori d’ingegno entrati nella storia della moda italiana utilizzando, oltre alla classica pelle, materie prime anomale tra cui la la rafia, il nylon, il sughero, il “pesce leopardo” e il cellophane.
Per rendere omaggio a questo heritage in modo unico e non scontato la casa di moda ha coinvolto Francesca Pasquali, a cui già nel 2013 aveva affidato il progetto Sofia Straws: la rilettura di una it bag, trasformata in icona pop grazie all’applicazione sulla superficie di cannucce nelle diverse sfumature del rosso.
Stavolta l’artista, in sintonia con la riflessione sul rapporto tra natura e artificio che caratterizza il suo percorso, si è servita di lunghe, coloratissime e sinuose setole plastiche che scendono dall’alto. Mosse da particolari congegni meccanici, comunicano un’energia vitale che cattura immediatamente lo sguardo. «I materiali – sottolinea – hanno in sé una potenza intrinseca e sono in grado di suscitare emozioni immediate».
Come puntualizza il direttore creativo di Salvatore Ferragamo, Massimiliano Giornetti, le opere di Francesca nascono dalla ricerca di una bellezza mai ovvia, dall’ossessiva attenzione alla perfezione del dettaglio e da una forma che diventa sostanza, esprimendosi in una modalità colta e raffinata. «Un’impostazione – ribadisce – che si avvicina moltissimo alla nostra estetica».
A questa liaison è dedicato un approfondimento all’interno del nostro Fashion Icons, numero speciale in distribuzione durante le settimane della moda di Milano e Parigi, città dove l’installazione di Ferragamo sarà riproposta a fine marzo, in occasione della riapertura del monomarca di avenue Montaigne. La tappa successiva sarà lo store in Sloane street, a Londra.
a.b.
fonte: www.fashionmagazine.it
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Installazione site-specific di Francesca Pasquali da Ferragamo
nella boutique per tutta la durata di Milano Moda Donna
Un’installazione site-specific firmata dall’artista Francesca Pasquali. Così Salvatore Ferragamo sceglie di omaggiare la settimana delle sfilate milanesi dedicate alla donna del prossimo inverno. Pasquali, artista bolognese attiva nel panorama internazionale contemporaneo, ha realizzato un intervento in movimento: ad accogliere il pubblico di clienti e visitatori, lunghe e sinuose setole plastiche, dai colori intensi che scendono dall’alto, mosse da peculiari congegni meccanici, e diventano scenari per la collezione.
Un layout plastico-visuale che indaga le potenzialità date dall’accostamento eclettico di materiali umili e preziosi, antichi e moderni, ma anche le interazioni tra arte e moda.
Per la seconda volta Salvatore Ferragamo sceglie di avvalersi della creatività di Francesca Pasquali, che aveva già lavorato alla realizzazione del progetto Sofia Straws (2013), speciale ‘borsa d’artista’ caratterizzata dall’applicazione di uno strato di cannucce sul corpo della bag iconica del brand.
fonte: www.adnkronos.com
dettaglii dell’installazione.
Catalogazione dei legni provenienti da tutto il mondo
Trottola di prova in formato mignon
Nasce la trottola
colLAUDO E CERTIFICAZIONE
collezione
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tipologie di legni fin ora catalogati da Luciano Molinari:
www.molinariebanista.it
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Allestimento
introduzione catalogo
Fluxus è senza dubbio uno dei gruppi di artisti di maggiore influenza del secondo Novecento. L’attività dei protagonisti del “più radicale e sperimentale movimento artistico degli anni Sessanta” non solo ha permeato gli anni fatali di una decade decisiva per le sorti della cultura contemporanea, ma ha impiantato un germe che oggi è più che mai vivo.
Con Flux-Us CUBO intende rendere omaggio, attraverso uno sguardo diacronico, alla compagine riunitasi a Wiesbaden nel 1962 per l’Internationale Festspiele Neuester Musik: da un lato presentando l’opera di Mary Bauermeister, tra le principali animatrici della scena artistica di Colonia, che nel suo atelier ospitò le fasi nascenti della costellazione Fluxus, dall’altro dando spazio alle opere di Francesca Pasquali e di fuse come esempio di una eredità tutt’altro che perduta.
Le cronache raccontano di un doppio battesimo per Fluxus avvenuto a cavallo di due continenti, Europa e Stati Uniti, e di un fermento diffusosi a livello mondiale. L’attività del gruppo si inscrive in un quadro di crisi della rappresentazione pittorica che avvolge la seconda metà degli anni ’50, in seno alla quale si collocano esperienze come l’Action Painting in America o il gruppo Gutai in Giappone, che esaltano il gesto e l’azione diretta dell’artista.
Sul fronte europeo la Germania in particolare ha giocato un ruolo decisivo e determinante per la nascita di Fluxus, ospitando in città come Wuppertal, Düsseldorf e ovviamente Colonia, concerti ed azioni che diedero il via al fervido clima venutosi a creare successivamente. Nei primi anni ’60, infatti, proprio in terra tedesca si ritrovano due tra i protagonisti indiscussi del XX secolo, Karlheinz Stockhausen e John Cage, intorno a loro si raduneranno poi alcune delle figure che negli anni successivi contribuiranno a ridefinire i confini dell’opera d’arte e dell’arte stessa come George Maciunas, Nam June Paik e Joseph Beuys tra gli altri.
Mary Bauermeister ha indirizzato in un primo tempo la sua ricerca artistica ad un intenso rapporto con la musica e con le sperimentazioni sonore, tanto da definirla a volte un’emanazione delle stesse. “Leggere le note del compositore, come fanno gli interpreti nella musica, lo stesso ho cercato di fare nelle mie opere. L’intento era partecipare ad una Gesamtkunstwerk multimediale, artisti provenienti da ogni campo avrebbero potuto interpretare le partiture”. Le particelle che compongono l’opera Übergänge sono la rappresentazione di un ritmo costante, un movimento perpetuo, un rumore bianco che permea lo spazio e al contempo ne diviene rappresentazione. “I disegni realizzati da Mary Bauermeister durante tutta la sua vita sono forse un esercizio e i suoi esercizi diventano immagini immediatamente brillanti molto vicine alla prassi quotidiana della meditazione tradizionale, la quale veniva definita dal Sesto Patriarca dello Zen in Cina come il movimento giornaliero della ruota ad acqua. Un flusso continuo riconoscibile nel procedere costante punto su punto, pietra su pietra dell’artista”.
Fluxus is undoubtedly one of the most influential groups of artists of the late twentieth century. The activities of the protagonists of the “most radical and experimental art movement of the 60’s” not only permeated the fateful years of a decade decisive for the destiny of contemporary culture, but also planted a seed that today is more alive than ever.
Flux-Us is CUBO diachronic homage to the group of people who gathered in Wiesbaden in 1962 for the Internationale Festspiele Neuester Musik: first by presenting the work of Mary Bauermeister, one of the main animators of the art scene in Cologne, who hosted in her studio the nascent stages of Fluxus, then by giving space to the works of Francesca Pasquali and fuse as an exam-ple of a legacy which is far from lost.
The chronicles tell of Fluxus double baptism across two continents, in Europe and in the US, and of a worldwide spread ferment. The activity of the group falls within the context of general crisis of pictorial representation permeating the second half of the 50’s, originating experiences that exalt the gesture and the direct action of the artist, such as Action Painting in America or the Gutai group in Japan.
On the European front, Germany in particular played a decisive role in Fluxus birth by hosting in cities like Wuppertal, Dusseldorf and obviously Cologne, concerts and actions that preceded the following fervent atmosphere. In the early 60’s, in fact, two of the protagonists of the twentieth century, Karlheinz Stockhausen and John Cage, live on German soil. In the following years, some of the figures who will redefine the boundaries of the work of art and of art itself, such as George Maciunas, Nam June Paik and Joseph Beuys, among others, gather around them.
Mary Bauermeister directed at first her artistic research towards a relationship with music and sound experiments so intense that sometimes it was an offshoot of them. “What the interpreters of music do, play the notes of the composer, I brought into the field of art. The plan was being part of a multimedia Gesamtkunstwerk, so many artists from all fields could interpret the score”. The particles composing the work Übergänge are the representation of a steady pace, a perpetual movement, a white noise that permeates space becoming at the same time representation. “The drawings made by Mary Bauermeister throughout her life are perhaps an exercise, and her exercises become immediately brilliant images very close to the daily practice of traditional meditation, which was defined by the Sixth Patriarch of Zen in China as the daily movement of the water wheel. A continuous flow recognizable in a constant proceeding of the artist, point by point, stone by stone”.
catalogo fluxus
installazione
inaugurazione 27 gennaio 2016
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FUSE
Fuse è uno studio italiano di artisti mediali fondato nel 2007 da Luca Camellini e Mattia Carretti con lo scopo di esplorare le possibilità espressive date dall’uso creativo del codice e delle tecnologie digitali. Sin dagli esordi il percorso dello studio è rivolto alla sperimentazione e alla ricerca artistica attraverso la stimolazione multisensoriale della percezione umana. Siano installazioni interattive, performance, illusioni olografiche o mappature architetturali, i lavori di fuse si pongono come obbiettivo primario quello di sfidare i sensi amplificando così il coinvolgimento emotivo del pubblico.
Fulcro centrale della poetica e filo conduttore sviluppato nel corso degli anni è la messa al centro della componente umana all’interno dell’opera artistica attraverso l’interazione diretta dello spettatore e, nel caso degli spettacoli dal vivo, del performer. Affidandosi ad un modus operandi che valorizza la sperimentazione pura e l’approccio empirico nel processo creativo, designer, direttori artistici, coreografi, sviluppatori software e performer uniscono le proprie competenze in un laboratorio multidisciplinare con l’intento di creare opere nel campo delle arti digitali e performative, ricercando la connessione profonda tra luce, spazio, suono e movimento. L’attività dello studio ha come principale oggetto di ricerca la combinazione tra le arti performative e le nuove tecnologie, dando vita a veri e propri spettacoli multimediali che circuitano nei teatri e nei festival internazionali più importanti dedicati all’inevitabile confronto tra arte e tecnologia.
Fuse is an Italian bureau of media artists founded in 2007 by Luca Camellini and Mattia Carretti in order to explore the expressive possibilities given by the creative use of code and digital technologies. From the start, the bureau aims at testing and artistic research through multisensory stimulation of human perception. By using interactive installations, performances, holographic illusions or architectural mapping, the primary goal of the works of fuse is challenging the senses, thus amplifying the emotional involvement of the audience.
The central hub of the poetic theme developed over the years is the human factor, real heart of the work of art, through the direct interaction of the viewer and, in the case of live performances, of the performer.
Relying on a modus operandi that enhances pure experimentation and empirical approach in the creative process, designers, art directors, choreographers, software developers and performers combine their skills in a multidisciplinary laboratory with the intent to create works in the field of digital and performing arts, thus researching the deep connection between light, space, sound and movement. The bureau has as main object of research the combination of performing arts and new technologies, creating true multimedia shows that circulate in the most relevant theatres and international festivals devoted to the inevitable confrontation between art and technology.
Opera di: Gioacchino Rossini
il Barrbiere di siviglia
Atto I
Il Conte d’Almaviva è innamorato della bella Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, don Bartolo, a sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Il Conte chiede a Figaro, barbiere nonché “factotum della città”, di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza, alla quale si è presentato sotto il falso nome di Lindoro.
Figaro consiglia al Conte di cambiare personalità e fingersi un giovane soldato ubriaco, cui Rosina si dimostra presto interessata grazie anche ad una bella serenata cantata sotto le finestre della casa del tutore; il barbiere procura inoltre a Lindoro un foglio che ne attesta la temporanea residenza in casa di don Bartolo e tenta di allacciare i rapporti con Rosina.
Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del Conte di Almaviva in Siviglia e suggerisce a don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura, giunge in casa sorprendendo Figaro e Rosina. La ragazza aveva già scritto un biglietto per Lindoro, ma Don Bartolo si accorge che manca un foglio dal taccuino e striglia Rosina.
Secondo i piani, il Conte di Almaviva irrompe nella casa di Don Bartolo fingendosi un soldato ubriaco, ma crea una tale confusione che arrivano i gendarmi. Quando però il Conte si fa riconoscere di nascosto dall’ufficiale, i soldati si mettono sull’attenti, lasciando Don Bartolo esterrefatto.
Atto IIDon Bartolo comincia a sospettare per quanto riguarda la vera identità del giovane soldato Lindoro. Giunge il sedicente maestro di musica don Alonso (in realtà sempre il Conte, celato sotto un nuovo travestimento), che afferma di essere stato inviato da Don Basilio, rimasto a casa febbricitante, a sostituirlo nella lezione di canto per Rosina.
Per guadagnare la fiducia del tutore, il finto Don Alonso gli mostra il biglietto che Rosina gli aveva mandato. Nel frattempo giunge Figaro con il compito di fare la barba al padrone di casa. Nonostante Figaro faccia il possibile per coprire la conversazione dei due giovani, Don Bartolo capta le loro parole e caccia tutti. Con lui resta solo Berta, la serva, a commiserare il vecchio padrone.
Don Bartolo fa credere a Rosina, mostrandole il biglietto consegnatogli da Don Alonso, che Lindoro e Figaro si vogliano prendere gioco di lei, e quest’ultima amareggiata acconsente alle nozze con il suo tutore, che prontamente fa chiamare il notaio. In quel momento arriva anche Don Basilio, mentre con una scala Figaro e il Conte entrano in casa dalla finestra e raggiungono Rosina. Finalmente il Conte rivela la propria identità, per chiarire la situazione e convincere la fanciulla della sincerità del suo amore.
Don Bartolo ha però fatto togliere la scala e i tre complici si trovano senza via di fuga. In quel momento sopraggiunge il notaio chiamato a stendere il contratto delle nozze tra Don Bartolo e Rosina. Approfittando dell’assenza temporanea del tutore, il Conte convince lui e Don Basilio (dietro congrua ricompensa) a inserire nel contratto il nome suo in luogo di quello di Don Bartolo. Giunto troppo tardi, a quest’ultimo resta la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, che il Conte di Almaviva rifiuta. Gli amanti coronano dunque il loro sogno.
Regia & Scene: ENRICO CASTIGLIONE
ORCHESTRA TAORMINA OPERA FESTIVAL diretta da: JACOPO SIPARI DI PESCASSEROLI
CORO LIRICO SICILIANO istruito da: FRANCESCO COSTA
Costumi: SONIA CAMMARATA
DANIEL OCHOA
FILIPPO PINA CASTIGLIONI
IRENE MOLINARI
MARCELLO LIPPI
GIOVANNI DI MARE
EMANUELA GRASSI
affissione
campagna stampa quotidiani
Opera di: Georges Bizet
CARMEN
Atto I
Spagna. Il caporale Moralès cerca di attaccare discorso con Micaela, che sta cercando Don José, ma l’azione vera e propria inizia con una marcia che annuncia il cambio della guardia: alcuni bambini imitano le mosse dei soldati. Il caporale José dice al tenente Zuniga che, per quanto graziose siano le sigaraie della fabbrica, egli non ha occhi che per Micaela, sua sorella adottiva. Suona una campana: la folla di uomini anticipa l’arrivo delle operaie, che escono. L’elettricità della musica segnala l’uscita della zingara Carmen, bella sigaraia sospettata di contrabbando che diventa centro dell’attenzione generale. Canta una torbida Habanera. Una citazione del motivo del fato la porta faccia a faccia con Don José, che non pare notarla. Carmen gli lancia un fiore e corre in fabbrica, lasciandolo a raccoglierlo proprio mentre torna Micaela; quest’ultima porta a José soldi e notizie di sua madre e assieme cantano un duetto ricco di incanto ma povero di passione. Urla dalla fabbrica. Qualcuno è stato accoltellato: da Carmen, si grida da una parte. Zuniga cerca di capire cosa sia successo, quindi invia José all’interno, che ne esce portando con sé Carmen; Zuniga ne dispone l’arresto. Rinchiusa in cella e legata, Carmen esorta José a lasciarla andare, perché, dice, egli è innamorato di lei. José è indotto ad allentare i nodi e permette che la zingara si liberi dandogli una spinta e correndo via, aiutata dalla folla che trattiene i soldati.
Atto II
Siamo nell’osteria di Lillas Pastia, è trascorso un mese. Lì Carmen danza e canta con le amiche Mercedes e Frasquita. Entra Zuniga, che cerca di sedurre Carmen, ma viene interrotto dall’arrivo del torero Escamillo. Anche il torero si fa sedurre da Carmen, che però lo respinge. Confidandosi con le amiche, Carmen confessa di essere innamorata di Don José, che arriva subito dopo, appena rilasciato dalla prigione dove era stato portato per averla aiutata a fuggire. Lì Josè le confessa il suo amore, ma vengono interrotti da Zuniga, che esorta il giovane a tornare nell’esercito. Josè si ribella e si prepara al duello ma Carmen chiama in aiuto i contrabbandieri che li separano. Capendo che non può fare altro, José si unisce a Carmen e ai fuorilegge fuggendo dall’osteria.
Atto III
L’atto terzo si apre sulle montagne dove si trova il covo dei contrabbandieri. Carmen e José ormai litigano frequentemente e la loro relazione è agli sgoccioli. Le carte predicono a Carmen una morte vicina e a Josè lo stesso destino, poco dopo lei. Subito dopo, non vista, entra Micaela alla ricerca di don José. Arriva anche Escamillo e José, geloso del rivale, lo sfida a duello ma vengono divisi da Carmen che ormai è conquistata dal torero. Micaela viene trovata nascosta tra le rocce e annuncia a José che la madre è in punto di morte: egli la segue, ma giura vendetta a Carmen.
Atto IV
Plaza de toros a Siviglia, è il giorno della corrida e la folla attende Escamillo che entra trionfante nell’arena. Carmen è ormai di Escamillo e non si cura degli avvertimenti di Mercedes e Frasquita: Don José è nei paraggi. Ignorando i consigli delle amiche, Carmen lo incontra e José supplica Carmen di tornare con lui. Agli sprezzanti rifiuti di lei, José la minaccia ma lei gli getta addosso l’anello che le aveva donato mesi prima. La folla applaude Escamillo vittorioso mentre José, accecato dall’ira, uccide Carmen con una pugnalata e si consegna ai gendarmi.
Regia & Scene: ENRICO CASTIGLIONE
Costumi: SONIA CAMMARATA
ORCHESTRA TAORMINA OPERA FESTIVAL diretta da: MYRON MICHAILIDIS
CORO LIRICO SICILIANO diretto da: FRANCESCO COSTA
CORO VOCI BIANCHE PROGETTO SUONO diretto da: AGNESE CARRUBBA
Coreografia: SARAH LANZA
CARMEN – ELENA MAXIMOVA
DON JOSÈ – GIANCARLO MONSALVE / WARREN MOK
ESCAMILLO – MICHAEL BACHTADZE / SUN LI
MICAELA – JOANNA PARISI / BING BING WANG / DANIELA CARVALHO
MORALES – GIOVANNI DI MARE
ZUNIGA – GIANLUCA LENTINI
MERCEDES – IRENE MOLINARI
FRASQUITA – SARAH BARATTA
DANCAIRO – FEDERICO CAVARZAN
REMENDABO – GIUSEPPE DI STEFANO
affissione
campagna stampa quotidiani
Opera di: Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni
Dopo l’ouverture il sipario si alza «in una città della Spagna» del Cinquecento. La vicenda di Mozart e Da Ponte è quella nota del «giovane cavaliere estremamente licenzioso» (come recita la didascalia del libretto) alle prese con conquiste e serenate, macchinazioni e travestimenti che si concluderanno con la sua morte. Al fianco di Don Giovanni c’è Leporello: servo fedele, personaggio buffo e giocoso.
Atto I
Leporello fa da sentinella al suo padrone Don Giovanni, entrato in casa di Donna Anna per sedurla, travestito da fidanzato di lei, Don Ottavio. Donna Anna, accortasi dell’inganno urla; suo padre, il Commendatore, accorre e sfida Don Giovanni a duello. Don Giovanni lo uccide.
Don Giovanni fugge con Leporello e s’imbatte in Donna Elvira (conquista precedente da Don Giovanni, ancora invaghita di lui e desiderosa di redimerlo). Don Giovanni riesce a defilarsi mentre Leporello tenta di consolarla dicendole che lei non sarà né la prima né l’ultima e le enumera minuziosamente tutte le donne sedotte dal suo padrone. Intanto Don Giovanni s’imbatte in un corteo nuziale e si invaghisce immediatamente della sposa Zerlina, che si lascia corteggiare dalle lusinghe e dalle promesse del Cavaliere. «Là ci darem la mano, / Là mi dirai di sì» canta il libertino alla ragazza, rapita dal suo fascino, in uno dei duetti più famosi della storia dell’opera.
Proprio quando Zerlina sta per cedere, arriva Donna Elvira che la mette in guardia. Arrivano anche Donna Anna e il suo fidanzato Don Ottavio che chiedono a Don Giovanni di aiutarli a cercare l’assassino del Commendatore.
Intanto Donna Elvira continua a inveire contro Don Giovanni e questi imbarazzato si giustifica dandole della matta. Ma è proprio ascoltando il suono della sua voce che Donna Anna riconosce l’assassino del padre e lo comunica al fidanzato Don Ottavio.Masetto, lo sposo di Zerlina, è infuriato con la promessa, perché stava per cedere a Don Giovanni, ma Zerlina giura che non è successo niente. Don Giovanni organizza una festa in onore di Masetto e Zerlina e invita tutti. Don Ottavio, Donna Anna e Donna Elvira partecipano mascherati. Leporello distrae Masetto; Don Giovanni prende Zerlina in disparte e tenta di sedurla; lei grida e tutti accorrono. Don Giovanni accusa Leporello, ma Don Ottavio, Donna Anna e Donna Elvira, gettate le maschere, accusano Don Giovanni, che però riesce a fuggire.
Atto II
Leporello è arrabbiato con il suo padrone, perché lo ha accusato ingiustamente; dichiara di volere andare via, ma Don Giovanni lo convince a restare e lo coinvolge in un’altra delle sue imprese amorose: chiede al suo servo di scambiare con lui gli abiti perché vuole conquistare la cameriera di Donna Elvira.
Donna Elvira vede Leporello e lo scambia per Don Giovanni, che intanto è sotto il balcone a cantare una serenata alla cameriera. Arriva Masetto con altri contadini: sta cercando Don Giovanni per ucciderlo. Don Giovanni, che ha indosso i vestiti di Leporello, riesce a non farsi riconoscere, disarma Masetto e lo picchia; poi fugge. Passa di là Zerlina: vede il suo Masetto e corre da lui, che le dice che è stato Leporello a picchiarlo.
Intanto Leporello, all’oscuro di quanto è appena accaduto, sta cercando di divincolarsi da Donna Elvira. Arrivano Don Ottavio, Donna Anna, Masetto e Zerlina che, scambiandolo per Don Giovanni, vogliono ucciderlo. Leporello rivela la sua vera identità: Don Ottavio lascia la compagnia per cercare Don Giovanni; Donna Elvira accusa Leporello di averla ingannata; Donna Anna di essere complice di Don Giovanni; Zerlina di aver picchiato il suo Masetto.
Leporello fugge; Masetto chiarisce che a picchiarlo è stato Don Giovanni con indosso i vestiti di Leporello. Leporello e Don Giovanni si rincontrano al cimitero e si rimettono ciascuno i propri abiti. Don Giovanni racconta a Leporello l’avventura capitatagli poc’anzi: una donna, scambiandolo per Leporello, lo ha abbracciato e baciato. Leporello è stizzito: probabilmente si trattava di sua moglie. Don Giovanni ride divertito. All’improvviso si sente una voce terribile: la statua del Commendatore ha parlato! Si trovano, infatti, vicino alla tomba del padre di Donna Anna ucciso da Don Giovanni. Leporello ha paura, mentre Don Giovanni, per nulla intimorito, trova la cosa divertente e dice al servitore di invitare la statua a cena.
Don Ottavio chiede a Donna Anna di sposarlo, lei gli risponde che accetterà solo dopo che la morte del padre sarà stata vendicata. Don Giovanni è a tavola e sta cenando. Arriva Donna Elvira e lo supplica di pentirsi di tutte le sue malefatte. Don Giovanni non ci pensa proprio e Donna Elvira va via amareggiata, ma poco dopo la si vede tornare indietro: sta scappando mentre urla spaventata. Leporello va alla porta e vede che c’è la statua del Commendatore. Spaventato, si nasconde sotto il tavolo, mentre il libertino gli va incontro e gli stringe la mano. La statua del Commendatore gli chiede di pentirsi. All’ennesimo «no» in risposta all’ultima esortazione al pentimento, Don Giovanni, avvolto dalle fiamme dell’inferno, sprofonda con il suono dell’orchestra e del coro.
L’ultima scena vede tutti i personaggi che concludono: «Questo è il fin di chi fa mal».
Regia & Scene: ENRICO CASTIGLIONE
CORO LIRICO SICILIANO istruito da: FRANCESCO COSTA
ORCHESTRA SINFONICA TAORMINA OPERA FESTIVAL diretta da: STEFANO ROMANI
Costumi: SONIA CAMMARATA
Coreografie: SARAH LANZA
ICONOMOU PANAJOTIS
NOÈ COLIN
CHIARA TAIGI / ELENA BORIN
FILIPPO PINA CASTIGLIONI
ADRIANA DAMATO / TIAN HUI
JOSÈ ANTONIO GARCIA
DANIELE PISCOPO
MARINA ZIATKOVA